SENZA TITOLO 1995 c.a

DATI INDIVIDUATIVI
Autore: VIETTI NICOLA
Dati anagrafici: 1945 – vivente
Oggetto: Dipinto
Titolo: s.t.
Anno: s.d. [presumibilmente metà anni ‘90]

DATI TECNICI

Tecnica/Materiale: Olio su tela
Dimensioni: 60 x 120

CENNI BIOGRAFICI

Nicola Vietti è nato a Marsiglia nel 1945 da genitori italiani di origine pugliese emigrati in Francia all’inizio del secolo. Attualmente vive e opera a Milano, dopo un lungo periodo trascorso a Parigi.

Le figure di donnine di Nicola Vietti, si possono guardare da ogni lato, di tre quarti, di profilo, di spalle. Il significato del viso, la profonda somiglianza, le moine e la mimica facciale tra il romantico e il sensuale si perdono all’infinito. Donnine languide e serene, carnose e volubili, lussuose e sornione, pacifiche e tranquille, colte in piedi o in riposo sui divani, a passeggio con cappellini e fasce avvolgenti i capelli, insomma Nicola Vietti non lascia alcun particolare di questa pantomima post-aristocratica, cogliendo ed evidenziando tutta la sua didattica libertinità, la corruzione salottiera, l’arma adultera, il romantico innamoramento, la fatalistica malizia.

Lo stile potrebbe rimandare a dei padri, che non vanno a questo punto dimenticati, come l’internazionale Botero e Bueno che offrono a Nicola Vietti lo spunto di partenza di uno stile tentato con disincanto.

La decorazione e i colori dal verde marcio al verde pastello, dai rossi agli arancioni, dai bianchi e dai panna agli azzurri e ai celesti, segnano temi e convenzioni che solo donne da bistrot, o da letto, o da case chiuse che purtroppo non ci sono più, manifestano in modo cosi chiaro. Una didascalia letizia, come un trionfo da ballata quotidiana e visi sorridenti. Visi ammiccanti. Smorfie e sguardi. E tutta la superficie del viso imbellettata si mette a ridere. Strano modo di ridere. Sono gli occhi a ridere. Di gioia e di sesso… Nicola Vietti, come questa antologia libidinosa, bambolesca, recita a soggetto, apre lo spettacolo erotico, fatto di calzamaglie e indumenti intimi, ma anche di carne rosa e di sguardi penetranti. L’arte inizia in questi richiami.

Carlo Franza

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