CENNI BIOGRAFICI
Considerato uno dei maggiori artisti italiani della generazione che esordì sugli inizi degli anni ’50, Sughi è il protagonista primario di un’area pittorica figurativa per la quale si è più volte parlato di “realismo esistenziale”.
Fin dalle prime esposizione è evidente in Sughi l’interesse per la cronaca sociale, con particolare riferimento a quella sottile e persistente malinconia esistenziale causata dalla vita nella metropoli. Dedica tutta la sua opera ai temi della solitudine umana, della incomunicabilità, della impossibilità di un dialogo, dell’alienazione, e in fondo, della difficoltà di vivere. Si dedica a una personale ricerca che ruota attorno al malessere interno dell’uomo e della società. Le periferie delle grandi città, che dovrebbero essere elemento di socializzazione, risultano invece luoghi di solitudine individuale, e le figure umane solitarie e senza meta sono i suoi soggetti preferiti.
I suoi quadri si fanno sempre più cupi e il racconto acquista toni gelidi e aspri. Agli inizi degli anni Sessanta l’opera di Sughi registra significative influenze da parte di Francis Bacon, sia nelle deformazioni fisiche dei soggetti ritratti sia nelle ambientazioni spaziali.
Il suo lavoro procede sempre, in modo quasi sistematico, per cicli tematici:
1971-1973 – Pitture verdi, dedicate al rapporto fra uomo e natura;
1975-1976 – La cena, ciclo presentato alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna;
Primi anni ottanta – Immaginazione e memoria della famiglia;
1985 – La sera, una amara riflessione dell’artista sul proprio ruolo e sul valore della stessa esistenza in una società in cui le risposte alle eterne paure e aspettative dell’uomo vengono cercate unicamente nel denaro, nella politica e nella scienza.;
Anni ’90 – Andare dove?;
2002 – Alberto Sughi e Dante, ciclo in cui si misura con una rilettura e interpretazione della Vita Nuova di Dante Alighieri.
Nel marzo del 2007, nella storica Biblioteca Malatestiana di Cesena, è stata allestita una mostra antologica con circa cinquanta opere. Nello stesso anno, a Roma, il Complesso del Vittoriano ha presentato la più completa mostra antologica dedicata a Sughi, con circa ottanta opere e una sessantina di disegni realizzati dal 1946 a oggi.
Nel 2009 il lavoro di Alberto Sughi è stato presentato a Palermo al Palazzo Sant’Elia in una nuova grande retrospettiva curata da Maurizio Calvesi, poi portata a Londra all’Istituto di Cultura Italiana.
Nel Giugno 2011 Alberto Sughi e’ stato invitato al Padiglione Italia della 54ma Biennale di Venezia curata da Vittorio Sgarbi, dove ha presentato al pubblico “Un Mondo di freddo e di ghiaccio”, Olio su tela, 140x160cm del 2011. In questa occasione Sughi ricorda: “Attraverso la pittura ho cercato di capire meglio qualcosa che appartiene alla mia coscienza: l’inquietudine, l’amore, l’ansia di verità, la delusione e la solitudine; e poi magari c’è una parte più segreta, quella che contiene le ragioni più profonde della mia identità di pittore, che resta sconosciuta a me stesso. Nella vita avvengono mille aggiustamenti, tante variazioni se non addirittura contraddizioni”.
Nel 2014 a cura dell’Archivio Sughi e’ stato pubblicato postumo Il Mio Lavoro di Pittore, una raccolta di riflessioni e osservazioni compilate da Alberto Sughi tra il 1954 e il 2008.
I maggiori storici e critici dell’arte, da Mario De Micheli ed Enrico Crispolti fino a Maurizio Calvesi e Vittorio Sgarbi, si sono interessati del suo lavoro.