CENNI BIOGRAFICI
Nasce a Spoleto nel 1920.
Figlio d’arte e nipote del docente di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Catania, De Gregorio non frequenta scuole ma si forma da autodidatta, a contatto con l’ambiente artistico umbro.
La sua attività artistica inizia alla fine degli anni quaranta. Nell’immediato dopoguerra è il cubismo a indicargli l’indirizzo artistico da seguire, mentre nella seconda metà degli anni cinquanta, inizia ad esplorare le capacità espressive della materia, inserendosi nel filone informale. È questo il periodo del “Gruppo di Spoleto” e De Gregorio, rappresentante di spicco, viene ben presto segnalato da Francesco Arcangeli e dalla critica più autorevole come una delle giovani promesse dell’arte italiana.
Questa stagione dura sino al 1969, quando decide di passare alla rappresentazione di particolari della natura, con un ritorno quindi alla figura. L’artista carica la natura di significati simbolici; il dettaglio è portato all’estremo e amplificato; gli oggetti scelti e opportunamente composti, sembrano immersi in un liquido amniotico o come adagiati in un fondale marino; l’immagine risulta attenuata e tremula, più onirica che reale.
Quest’ultima evoluzione, lo ascrive al movimento definito ultimo naturalismo, per il recupero e l’inserimento di soggetti di natura all’interno della struttura informale. Egli afferma di voler raccontare il rapporto esistenziale che lo unisce agli oggetti, e cogliere la vita che c’è in essi.
Ha partecipato a rassegne importanti in Italia e all’estero, tra cui ricordiamo la VII, IX e XI Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e nel 1964 la XXXII Biennale di Venezia.